giovedì 19 giugno 2008
i perché della mattina
martedì 17 giugno 2008
del Paradiso
La temperatura del Paradiso puo' essere computata piuttosto accuratamente. Il nostro riferimento e' Isaia, 30:26, "Inoltre, la luce della Luna sara' come la luce del Sole e la luce del Sole sara' sette volte tanto quanto la luce di sette giorni". Di conseguenza, il Paradiso riceve dalla Luna tanta radiazione quanta noi ne riceviamo dal Sole, e in piu' 7*7 (49) volte quanta la Terra ne riceve dal Sole, ovvero 50 volte in tutto. La luce che riceviamo dalla Luna e' 1/10.000 della luce che riceviamo dal Sole, sicche' la possiamo ignorare... La radiazione che ricade sul Paradiso lo scaldera' fino al punto in cui il calore disperso dalla radiazione sara' appena uguale al calore ricevuto dalla radiazione; nell'es., il Paradiso disperde 50 volte il calore disperso dalla Terra per radiazione. Usando la legge di Stefan-Boltzmann per la radiazione, (H/E)^4 = 50, dove E e' la temperatura assoluta della Terra (-300K), si ricava H = 798K (525C). La temperatura esatta dell'Inferno non puo' essere computata... [Tuttavia] Le Rivelazioni, 21:8, dicono: "Ma il terribile e l'incredibile... avranno la loro parte nel lago ardente di fuoco e zolfo". Un lago di zolfo fuso significa che la sua temperatura deve essere a o sotto il punto di ebollizione, 444.6C. Abbiamo allora che il Paradiso, a 525C, e' piu' caldo dell'Inferno, a 445C.
lunedì 16 giugno 2008
Pulp
sabato 14 giugno 2008
random thoughts
Non è la mancanza dell'Atto - risolvibile in diversi modi - a logorare l'animo e la serenità, quanto l'assenza di una presenza capace di condividere, di motivare e spronare. è l'aprire gli occhi e vedere solo un cuscino, un mucchio di vestiti o il semplice bianco pallido della parete, o il semplice nulla del buio della notte; è il sentire la solitudine ed il ricordo come uniche (non)presenze... ricordo di luoghi, tempi e persone che sembrano ormai lontani una vita.
è questo non essere, non avere ma desiderare, che sembra mangiarti dentro fino al midollo. Quel maledetto senso che, nel dormiveglia, ti fa sembrare di essere da un'altra parte e che sparisce nel momento stesso in cui diventi consapevole di ciò che ti sta facendo immaginare, lasciandoti con un niente.
E quando anche i ricordi vanno scemando, spariscono nell'oblio maledetto del nulla, che tutto sembra perduto, che la voglia di fare, di essere viene meno, fino a ridurti a fare domande che non hanno, alla fine, senso d'esser poste ma per le quali cerchi disperatamente, costantemente ed assiduamente risposta. sono le domande, che ti fanno andare avanti. è la ricerca di quel qualcosa che manca, che senti di dover avere, di dover fare, che ti fa pensare che forse c'è ancora speranza.
Ma, alla fine, ha un senso tutto ciò? ha senso cercare? ha senso sperare? ha un senso porsi delle domande a risposte che non si avranno mai, o avere risposte a domande delle quali non si riesce nemmeno a focalizzare l'origine ed il significato?